In un’epoca assai tribolata la Madonna della Cava ha lasciato un messaggio di consolazione e insieme un compito da svolgere.
Soprattutto deve aver impressionato il titolo riportato dal piccolo Battista: «Avvocata dei peccatori». Non è nuovo, anzi è un titolo antichissimo, da quando Ireneo di Lione (III secolo) lo aveva attribuito a Maria, dicendo che ella, grazie al suo consenso all’annuncio angelico, è diventata «Avvocato» di Eva, la donna che, con la sua disobbedienza, ha trascinato l’umanità in un triste destino. Ma la fortuna l’avrebbe avuta con le antifone mariane nate nel medioevo, soprattutto la Salve Regina in cui si invoca Maria advocata nostra. E le si chiede che a noi vengano mostrati illos tuos misercordes oculos. In fondo Battista Baioni prima ancora di sentire, ha potuto vedere quegli occhi che avrebbe poi descritto come «di paradiso».
Sarà una coincidenza, ma Lutero negli stessi anni era disposto a riconoscere alla Vergine il titolo di «interceditrice» (Fürbitterin), ma era decisamente contrario ad ammettere quello di «avvocata» (Fürsprecherin).
Edificare la chiesa poi assume molteplici significati. Dal più elementare, quello di offrire un luogo nel quale la fede sia proposta ad ogni nuova generazione, e i fedeli possano accostarsi a ricevere e ad adorare il santissimo Corpo del Signore. E a celebrare il sacramento della misericordia. Ma edificare la chiesa significa realizzare quanto il dono di grazia promette: essere come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, la Chiesa, come corpo mistico di Cristo; creare rapporti in cui la persona sia vista come segno di Cristo: quando la sua povertà richiede la compassione dovuta ad ogni “crocifisso” e quando la sua larghezza di cuore ce lo fa accogliere come “buon samaritano” chino sulle nostre miserie.