Il santuario

Il santuario

All’interno della chiesa, sui pennacchi della cupola risaltano quattro figure di profeti che nei loro oracoli hanno misteriosamente accennato alla Madonna. Ciascun profeta reca un cartiglio con un testo latino. Guardando l’altare maggiore: l’affresco in alto a sinistra rappresenta il profeta David che nel Salmo 45,5 canta: «L’Altissimo ha santificato la sua dimora» («Sanctificavit tabernaculum suum Altissimus»). Quello a destra rappresenta il profeta Geremia che profetizza: «La donna cingerà l’uomo» («Femina circumdabit virum») (31,22). Gli antichi videro in questa espressione un’allusione alla nascita verginale di Gesù. Uscendo dal Santuario: l’affresco a destra rappresenta Isaia che annuncia: «Un virgulto germoglierà dalle sue radici» («Et flos de radice eius ascendet») (11,1); quello a sinistra rappresenta il profeta Zaccaria, che riporta la parola di Dio: «Ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» («Ecce ego venio et habitabo in medio tui») (2,10).

Le altre pitture poste alla base delle due piccole cupole (sopra l’organo e sopra l’altare maggiore) rappresentano varie virtù. Nella cupola sopra il presbiterio è illustrato il versetto 11 del Salmo 85: «Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno». Nella cupola d’ingresso ad essere rappresentate sono la fede, la speranza, la carità e l’obbedienza: virtù che il concilio Vaticano II indicherà come caratteristiche di Maria associata all’opera di Cristo Redentore (Lumen Gentium 61).

I recenti restauri hanno riportato alla luce i cartigli posti sulle chiavi di volta degli archi che reggono la cupola centrale. I testi, tratti dal capitolo 60 del profeta Isaia, descrivono il convergere di tutti i popoli a Gerusalemme ed evocano i passi dei pellegrini verso il luogo dove Maria si è resa presente: «Et locum pedum meorum glorificabo…  Et venient ad te curvi… Et vestigia adorabunt pedum tuorum» (Is 60,13-14); «Riempirò di gloria il luogo dove ho posto i miei piedi… E verranno a te proni… E adoreranno l’orma dei tuoi piedi». Nella chiave di volta sopra l’altare maggiore è Maria stessa che riconosce: «Beatam me dicent omnes generationes», «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48).



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